martedì 12 gennaio 2016

68 Action

Elaborando una rilettura dell'Action Painting, non posso prescindere da una mia formazione "tradizionale", che presume il dipinto basato su un disegno preciso.
Il disegno sarebbe comunque presente, anche partendo dalle macchie cromatiche del dripping, avendo io scelto di rappresentare con la Pittura immagini, situazioni, concetti, sempre attraverso forme identificabili. 
Nel caso di questi due lavori, il primo di cm.80x95, il secondo di cm. 30x40, ho proceduto da un disegno preciso, realizzando anche stencils per meglio definire l'immagjne

















domenica 1 settembre 2013

67 Ripensamento

Ridipintura terminata il 26 agosto 2013

Avrebbe potuto intitolarsi "Susanna e l'Oleandro" o "Susanna coi capelli tagliati" o qualcosa del genere, ma dopo lungo lavoro sulle ombre e sul fogliame, mi sembrò opportuno non dargli titolo, a testimoniare la mia insoddisfazione. Le ombre avrebbero dovuto suggerire un ricamo, senza scadere in lingerie della Cicciolina, e la mia costante sfida col verde doveva materializzarsi nel verde del panneggio, che alla fine tentai di recuperare con una improbabile banda gialla.
Lavoro originrio

Lo sfondo di foglie e tronchi era assolutamente privo di profondità, i fiori davano l'idea d i essere stati appiccicati a casaccio; in breve, niente funzionava, ed anche l'anatomia era costretta in una posizione innaturale.                         Passò del tempo, continuai la ricerca delle ombre sulla pelle, e dopo un paio di piccoli episodi abbastanza riusciti, ripresi in mano la tela 60x80, e ci ridipinsi sopra.
Il risultato è ben visibile, denota, quanto meno, una maggiore scioltezza e un approfondimento della divisione del colore, più funzionale all'atmosfera del quadro.


18x24
25x60




domenica 31 marzo 2013

66 Ancora di faccia

Monster
Olio su tela cm.60x75
Mentre organizzavo un paio di quadretti sul tipo di quello considerato a 65, ha catturato la mia attenzione una bella inquadratura di una locomotiva storica restaurata di fresco, esposta in tutto il suo splendore. Ho voluto rappresentarla in azione, ferro sudato e grande sbuffo di vapore, dividendo il quadro in due aree tonali, e la parte più difficile è stata quella chiara, volendo bianco vapore e non altre fumate.

sabato 16 febbraio 2013

65 In Piccolo


Full  Face    olio su tela cm.22x32
Ho usato una tela piccola non tanto per indulgere alla mia passione per il modellismo, quanto per proporla come pezzo a basso costo, e nel pianto della crisi, il mercante mi ha proposto piuttosto una serie di quadretti omologhi, senza peraltro comprarmi questo. Al di là delle lacrime, di cui i mercanti sono abbondantemente munifici in tutte le stagioni, trovo che questo lavoretto proceda sulla strada di una pittura sulla pittura, dove la cosa rappresentata, pur se perfettamente riconoscibile, non è il tema del quadro.
La macchina ferroviaria offre un sacco di occasioni per lavorare su luce e materia, ed il suo movimento, quando è lento, ha una maestosità inesorabile, coordinando un'infinità di dinamiche, potrei dire come le sequenze dei velieri che il cinema ci propone,,.la locomotiva fa anche la sua musica, decisamente timbrica, si tratti di vapore o d'altra energia.
Per questo, penso che svilupperò una serie di questi quadretti, il formato piccolo favorisce il lavoro sui dettagli in tempi più veloci, quindi facilita la ricerca, e forse si trova chi si degna di comprare. Forse.

mercoledì 19 dicembre 2012

64 Nero

Fado
Olio su tela cm. 85x110
Per anni ho evitato di usare il nero nei quadri, seguendo un'idea di Pittura Tonale. I toni scuri mi piace comporli coi bruni, gli azzurri, i violetti, mischiati all'occorrenza con la tinta dominante.
Solo di recente ho usato piccole dosi di nero per rendere l'oscurità notturna, ed uno dei cavalli nel Vento di Fidia.
Recentemente, ho visto una cantante portoghese, di cui non ricordo il nome, che indossava un abito nero con qualche lustrino iridescente: perfetto per visualizzare la superba melancolia del Fado espressa dalla giovane cantante con un talento degno di Amalia Rodriguez, così ho realizzato questo lavoro, gocciolando colori vivaci sopra un disegno nero, lavorando di pennello per modellare.
Al di là di ogni possibile giudizio, critico o di gusto, sul risultato finale, resta la considerazione del fatto che in Arte non ci sono preclusioni ma solo ricerca.
Dandosi delle regole, si forniscono i presupposti per eluderle, il rigore è nel procedere in modo che serva all'opera: avrei potuto ottenere lo stesso effetto col mio solito sistema, ma ho preferito introdurre un elemento insolito, cercando l'equilibrio che cerco su altri registri. 

domenica 25 novembre 2012

63 Soluzione forzata

Il vento di Fidia
Olio su tela 8ox100
Ero partito con l'intenzione di completare la serie delle stagioni con cavalli, dipingendo un quadro autunnale.
Rappresentare la caduta delle foglie introduceva un elemento di movimento, e siccome mi pareva opportuno muovere anche i cavalli, arrivai alla conclusione del galoppo nel bosco.
Erano i giorni della disgrazia della Grecia, quando l'Unione Europea addossava alla piccola nazione la responsabilità del baratro finanziario, ed il governo greco non trovava di meglio che ossequiare la spocchia dei nordici opulenti, portando alla fame un popolo già variamente provato nella sua storia da tragici eventi, fra cui, da non dimenticare,  l'invasione delle truppe fasciste, delle due nazioni europee che il fascismo avevano creato e diffuso.
Ho passato vari mesi ad Atene, al tempo dei figli dei fiori e dei colonnelli, e, pur con qualche screzio, che  del resto non sarebbe mancato neanche in patria o altrove, conservo un bel ricordo dell'accoglienza amichevole, talvolta fraterna, della gente di quelle parti. Avevo pure lavorato nella bottega di un artista di nome Manos, parte di una modesta itellighenzia liberal che sfidava a suo modo il regime, avevo dipinto un murale nella locanda di Barbastavros, un soffitto in un locale di Kolonakis, avevo suonato la batteria con un gruppo locale...
M'è parso giusto, quindi, ricordare gli amici rendendo omaggio a Fidia, ispirandomi alla sua cavalcata che bisogna andarsela a vedere a Londra.
Per essere Grecia, doveva esserci il mare, ma non volevo che si vedesse la linea d'orizzonte, ed un accenno di pineta avrebbe ulteriormente evocato un paesaggio Mediterraneo.
Inoltre, i cavalli dovevano somigliare a quelli di Fidia, interpretati in modo molto diverso e con diversi rapporti proporzionali di come sono abituato a fare, e tutto l'insieme mi richiamava i cavalli sulla spiaggia di De Chirico, che fra l'altro in Grecia ci è nato.
Il mare doveva figurare come sfondo, rappresentato solo dal luccichio delle onde, come quando lo si vede dall'alto e da lontano, senza elementi spettacolari nè barche ad aiutarne l'individuazione, i cavalli dovevano sfrenarsi in un turbinio di foglie cadenti, sollevadone altre col galoppo. Il disegno m'era parso accurato, e credevo d'aver trovato la giusta cifra per i cavalli, ma non mi ci volle molto a vedere che non riempivano bene l'inquadratura, e l'ambientazione nel bosco col mare di sfondo non aveva comunque spazio per svilupparsi. Corressi un'infinità di volte, fotografando ogni fase, ma ad un certo punto abbandonai. Un virus, fra l'altro, mi distrusse le foto, e pensavo di imbiancare la tela, per riprendere poi il soggetto su una tela più grande.
Fu dopo varie settimane che, togliendo il fogliaccio che avevo messo per nascondere, mi venne fatto di pensare al lavoro così come lo si vede adesso, una specie di rovina colorata.
Non sono completamente soddisfatto, i colori li trovo stanchi, l'impianto generale è debole, si leggono male le foglie che ho voluto elaborare col dripping, il mare sembra un cielo mal riuscito.
Insomma, il quadro è da rifare, ma questa involontaria rilettura di un modo futurista mi stimola: insistere su un disegno canonico, facendolo però a pezzi in funzione dinamica e mantenendo coerenza di maniera. Un lungo discorso, che merita di esser proseguito.

martedì 9 ottobre 2012

62 Inseguendo una memoria

Senza Titolo  incisione a punta secca stampata in proprio cm.10x15                 

                                                                                                                                                                                                                                   

Il dono del vento Olio su tela cm.65x90

Non ricordo quanti anni fa, fui colpito dalla assoluta bellezza di una piccola testa femminile magistralmente scolpita in ebano da un ignoto scultore di non so quale paese africano. Straordinario come il Maestro avesse reso la tipica morbidezza della chioma con semplici righe incise in un incrocio regolare di normali e diagonali: la luce sminuzzata sul nero lucido dava nel legno durissimo la soffice consistenza della capigliatura Afro, confrontandosi magnificamente con la levigatezzza dell'epidermide. Avendo di recente comprato un piccolo torchio, ho ripreso l'incisione a punta secca, che in passato avevo più volte saggiato e lasciato cadere per i problemi della stampa, ho voluto cimentarmi sullo zinco in quell'effetto ottenuto incidendo l'ebano. Non ho neanche sfiorato il risultato dello sconosciuto collega Africano, ma la figuretta m'è parsa comunque gradevole e non priva di una certa eleganza, così ho pensato di svilupparla in un quadro. Non volendo limitarmi alla figura sulla spiaggia, ho eliminato la linea d'orizzonte cercando la profondità di campo nell'ammassarsi dei colori verso il fondo; ho evitato facili effetti di fuga (palizzate, vegetazione) nel lembo di bagnasciuga, ho anche cercato di dare il senso di distanza con le onde, dettagliando quelle in primo piano per dissolvere in un diffuso brillio verso il fondo. Ho trascurato il dettaglio della capigliatura per non smarrirmi in una ricerca minimalista, evitando anche di decorare il tessuto per concentrarmi sull'effetto del vento. E' rimasto il movimento delle mani, e lo sguardo non privo di malizia, ma l'episodio del corpo scoperto di sorpresa induce ad un vago confronto con la Venere di Botticelli, che nasce dal mare, col vento che la spettina e gonfia il mantello di seta che le vien porto...non s tratta di un riferimento intenzionale, è una considerazione a lavoro quasi completo, l'associazione dell'acqua alla bellezza femminile credo sia fisiologica per qualche percorso mentale, oltre che un comodo pretesto per mostrare nudità; volendo poi riferirsi a qualcuno, è ovvio scegliere gli Autori più importanti.