sabato 22 ottobre 2011

52 Hard Work

Hard Work
Olio su tela cm. 30x50



Monument
Olio su tela cm. 70x90
Continuando la mia ricerca sulla visione frontale, sempre rifuggita come troppo facile e priva di dinamica, ho ripreso un disegno a carbone e pastello di qualche anno addietro, portandolo su tela. L'immagine di questa potente Hudson, stretta nei suoi spartivento, vuole esprimere qualcosa di solenne, la staticità maestosa di un gigante in pausa, che se si muove te ne accorgi, da cui il titolo Monument, con qualche richiamo anche alla Monument Valley nei colori da Western del tramonto. Lavorando su questa inquadratura stretta, sulle simmetrie frontali, (altro elemento, la simmetria, che ho sempre cercato di evitare), mi sono coinvolto in una maggior concentrazione, che in qualche modo dava al quadro la forza spirituale di un Mandala, e non credo solo per via del disco definito dal fronte della caldaia.
Non mi pare fuori luogo, a questo punto, proporre, in considerazione della frontalità, quest'altro lavoro, (Hard Work), di diversi anni fa, perchè rappresenta sicuramente un passo sulla strada. La frontalità si stempera nella veduta dei carri trainati, e la dinamica di movimento si manifesta principalmente nell'imponente sbuffo di fumo, che richiede un'ampia inquadratura per potersi sviluppare, ma la locomotiva è tuttavia concentrata nell'immagine frontale, una faccia, una maschera, un'entità che interloquisce direttamente con chi guarda, o chi sta dipingendo. Parafrasando il Poeta metropolitano Ivan, che dice "Poeta chi legge", io chiamerò Pittore, o comunque Artista, chi osserva il quadro, instaurando con esso un dialogo che lo rende participe dell'azione che ha prodotto il dipinto. Da qui il parallelo col Mandala, o almeno, dell'idea che io, culturalmente lontano da ogni forma di misticismo, ho del Mandala: un'immagine che, stimolando la meditazione, favorisce quell'isolamento del pensiero che ci porta altrove, generando comunicazioni al di là delle peculiarità dei linguaggi.