lunedì 7 novembre 2011

53 La giornata














Dipingere le diverse ore del giorno porta inevitabilmente a confrontarsi con Monet, e se ne esce acciaccati, ma io ci ho voluto provare, ed è stato un lavoro lungo e frustrante, ciononostante una ricerca coinvolgente. Lavorando a memoria, mi sono trovato ad operare in una sorta di concettualità, cercando di evocare le sensazioni della luce sul mare nei diversi momenti. La fase che più m'ha impegnato è stata quella del giorno pieno, per l'assenza di rossi, di riflessi lunari, di tenuità antelucane, od altri effetti per distrarre l'occhio critico dalle mie carenze: sole implacabile, mare calmo, luce diffusa; come saranno i riflessi? E quella vegetazione, troppo presente, troppo verde; fuori luogo chiamare in causa l'autunno, le piante sul mare le ricordo sempre verdi. Si tinge, la macchia mediterranea? Azzurro azzurro e verde carico si ammazzano tra di loro, cerco nel giallo, ma la sua luminosità muore, il rosso salta troppo. Le ridotte dimensioni, cm.35x45, non aiutano, se non si vuole far miniature, una veduta così ampia chiederebbe un formato doppio di questo. Lavorare su una'inquadratura più stretta, m'avrebbe forse portato a controllare meglio la composizione dei colori, ma credo di esser comunque arrivato ad un risultato accettabile.
Il tramonto, la notte, l'alba, offrono maggiori pretesti cromatici, che rendono agevoli trucchi ed effetti, bisogna star attenti a non cadere nel banale, nell'effetto da cartolina. In deroga ai miei principi, per il buio della notte ho usato un po' di nero d'avorio: forse, su un formato più grande, avrei ottenuto il buio cercandolo con azzurro di Prussia, verde smeraldo, rosso di Garanza, bruno scurissimo. Con buona pace di Savinio, ritengo che il nero, che apprezzo moltissimo negli abiti, nella grafica e negli arredi, sia pericoloso per la pittura, sebbene non manchino esempi di utilizzo del nero in Maestri anche più antichi del grande Metafisico.



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