giovedì 17 dicembre 2009

19 Lumière, et c'ést le Cinema


Olio su tela cm. 70 x 80
I contemporanei che videro il treno, si spaventarono, pensando che il treno priettato li avrebbe travolti, uscendo dallo schermo, e qualcuno si fece male nella fuga.
Ai giorni nostri non ci spaventa l'Apocalisse che periodicamente ci propinano, anzi non manca chi ne sia grande consumatore, ma venendo al sodo, i Lumière si limitarono a dare un mezzo per l'esecuzione di qualcosa che gli artisti figurativi avevano "inventato" da tempo, si pensi a certe sequenze nelle tombe dei faraoni, alla cavalcata di Fidia, alla crosciante sciorinata di lance della battaglia di San Romano (P. Uccello), al neoralismo spietato del primo piano di quello zotico che s'abbuffa di fagioli mentre s'aggrappa alla michetta con cui farà sostanziosa zuppa (Carracci), a quella spettacolare caduta da cavallo dipinta dall'impareggiabile Caravaggio per tirarci dentro nella storia di Saulo che diventa Paulo, e i balli all'aperto di Renoir, la X bianca di quel dramma di Goya...e che elenco si potrebbe fare, fino ad arrivare ai futuristi (e parlo anche di quelli russi) che indicano senza chiacchiere la strada ai cineasti, facendo fare a Eisenstein una carica di cavalleria senza neanche un cavallo, ed oso anche dubitare che ci fosse qualcuno, dentro gli elmi cilindrici dei Teutoni dell'Alexander Nevskij, a simboleggiare la tragica vuotezza dei Templari di tutti i tempi...Ci voleva proprio, qualcuno che inventasse quella meraviglia che permise di animare le grige solituudini di Mario Sironi, che desse verbo alle cavalcate di Remington, fino ad arrivare a quell'apoteosi del Barry Lindon di Kubrick, l'Impero raccontato attrverso Hogart, Stubbs, Derby, Reynolds.
E' sicuro, gli Artisti facevano il Cinema prima che due geniali artigiani francesi combinassero luce e scorrimento per dare inizio a quella meraviglia che fa cantare i quadri, fino ad arrivare agli effetti speciali sempre più speciali, ma lo scatenamento dei Prigioni, nessuno riuscirà mai a rifarlo.

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